CELTIC, WHAT'S THE FECK!


ALCUNI GIORNI DOPO UN’ALTRA INATTESA E DOLOROSA SCONFITTA (2-1 CONTRO IL CLYDE IN COPPA) DESIDERO PUBBLICARE QUANTO SCRITTO IN OCCASIONE DI UN’ALTRA E ANCORA PIU’ DOLOROSA SCONFITTA.
Sabato 21 maggio 2548.
Ultima giornata del campionato scozzese, il Celtic, il “mio” Celtic si appresta a giocare l’ultima partita, basta una misera vittoria contro il Motherwell, squadretta che langue al 6° posto della classifica e siamo campioni, ancora una volta.
Disperatamente cerco di connettere il mio vecchio portatile a internet per seguire la partita. Dopo numerosi, vani, tentativi ecco ci riesco.
La partita è già in corso, siamo 1-0, Chris Sutton ha segnato e i nostri odiati nemici, gli innominabili, la nazionale di Mordor, sono ancora sullo 0-0, e i punti di vantaggio sono 4. A questo punto... siamo campioni.
Metà del secondo tempo, sempre 1-0 ma Mordor ha segnato, siamo ancora con 2 punti di vantaggio. Ad intermittenza visto il pessimo stato della connessione seguo la partita. Un secondo goal mi darebbe molta più tranquillità, ma continuiamo a sbagliare sotto porta, manchiamo goals su goals, opportunità su opportunità.
Mancano solo cinque minuti alla fine, entrambe le partite sono 1-0, ma dentro di me l’agitazione sale, temo che pagheremo tutte le occasioni perse.... e all’88esimo ecco, il goal del pareggio!
Urlo, impreco, dico parolacce, Aua mi guarda come se non mi riconoscesse più! Passano due minuti e, con la testa fra le mani, do’ un altro sguardo allo schermo e siamo 1-2 , quei “bastardi” del Motherwell hanno segnato due goals in due minuti, Mordor ha vinto 1-0 e abbiamo perso il campionato!
Sto male, sto male il sabato sera, continuo a star male la domenica pomeriggio. Praticamente non parlo, mormoro solo qualcosa per educazione. Aua non capisce e nemmeno posso pretendere che lo faccia, capisce però che soffro per una “stupida” partita di calcio e, notevolmente, rispetta il mio dolore.
Con il passare del tempo passa la rabbia, resta la tristezza ma anche il tempo di riflettere.
PERCHÈ MAI NOI UMANI CI ESALTIAMO O ABBATTIAMO PER UN RISULTATO SPORTIVO? PERCHE’ SPRECHIAMO LE NOSTRE ENERGIE IN QUESTO MODO MOLTO IRRAZIONALE?
Cosa fa si’ che a migliaia di chilometri di distanza da Glasgow, uno svizzero che vive in Thailandia si disperi per una sconfitta del Celtic?
E che lo stesso espatriato riceva un sms da un caro amico di Verona che mi trasmette altrettanta disperazione?
Senza commentare la portata del messaggio che ricevo dal mio amico David che, poverino, vive addirittura a Glasgow!
Mi interrogo anche se a rendere così forte il dolore della sconfitta sia il fatto che a vincere siano stati gli odiati “innominabili”?
Posso affermare con certezza che se avessimo perso il campionato a favore dell’Hibernian il dolore sarebbe stato molto meno intenso, il sapere della gioia degli “Orchi di Mordor” rende il dolore infinitamente più grande e intenso.
Questo alla faccia della sportività e di tante belle parole.
Siamo o non siamo tutti potenzialmente degli Hooligans?
Amiamo più la nostra squadra o odiamo più in nostri acerrimi rivali?
E che bisogno abbiamo poi di impazzire per una squadra di calcio, di hockey, basket, baseball o altro? La nostra vita non è già piena di preoccupazioni, di stress, di dolore, di gioia?
Perchè allora “complicarla” ancora con queste inezie?
Cosa é cambiato in pratica nella mia vita dopo sabato 21 maggio? Nulla!
Cosa sarebbe cambiato se in quello stesso giorno il Celtic avesse vinto? Nulla!
Allora perchè sono stato male? Cosa mi spinge a tifare? Sport oppio dei popoli? Certamente, lo sport è sempre stato strumento del potere per sottomettere le masse, per promuovere la popolarità di governi spesso e volentieri dittatoriali.
Lo sport viene usato per narcotizzare le masse, per distoglierle dai veri problemi esistenziali. Lo sport deraglia la rabbia della gente verso una direzione sbagliata, dove la stessa resta fine a se stessa e non porta a nessun cambiamente pratico, quindi fa estremamente comodo a chi detiene il potere!
Ma io, Claudio, svizzero di Thailandia, perchè ho il Celtic nel cuore? Non posso accusare nessun governo per questo!
Perchè mai nel mio cuore scorre sangue bianco-verde?
Noi tifosi ci diciamo che il Celtic non è solo una squadra, è una grande famiglia, una fede... ma questo basta a spiegare il tutto?
Quando penso alle masse che lo sport riesce a muovere mi interrogo se l’essere umano abbia le idee in chiaro sulle sue priorità esistenziali!
Mi chiedo se non sarebbe meglio se fossero il senso di giustizia, di libertà, di tolleranza e di uguaglianza a scuotere dall’apatia tutte queste persone?
Non sarebbe molto più sano se fosse questa energia positiva la molla che mette in movimento migliaia di persone , strappandole dall’accettazione passiva dell’esistenza?
Non si cerca forse rifugio in queste futili e innocue passioni per sfuggire a varie frustrazioni quotidiane?
E se lo sport viene pure considerato come “valvola di sfogo” per la società, non é questo un segnale evidente che c’é qualcosa di molto grave nella nostra società?
E allora perché si ignora questo segnale e, anzi, si foraggia questo sfogo con sempre più insistenza?
Penso che, forse, le eventuali vittorie delle masse sarebbero ben più importanti e significative se riferite a un reale miglioramento delle condizioni generali di vita per milioni di persone.
Passano i giorni, il dolore va scomparendo lasciando solo una traccia di amarezza ma un’altra partita si avvicina, la finale di Coppa di Scozia. Sabato 28 maggio cercherò ancora una volta di “sintonizzare” il computer e seguire il mio Celtic.
Ma nell’attesa un altro pensiero si fa strada nella mia mente.
Non é lo sport anche una metafora della vita?
Penso alla partita con in Motherwell, tante occasioni sprecate e poi , finalmente e purtroppo inevitabile, la sconfitta.
E quante occasioni nella nostra vita perdiamo per fare e dire le cose più semplici?
Per dire alla persona amata che .. l’amiamo.. e anche per dimostrale che l’amiamo.
Quante occasioni perdiamo per abbracciare e baciare i nostri figli, i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri amici e anche i nostri nemici?
Quante occasioni perdiamo per far pace con noi stessi e con gli altri?
Quante occasioni perdiamo per chiedere scusa a chi sappiamo di aver ferito?
Credo che perdiamo veramente molte di queste splendide occasioni per pareggiare o vincere nella partita della nostra vita, troppo presi dal nostro orgoglio o da altre occupazioni che sembrano piu’ importanti e vitali ma che non lo sono.
Il lato drammatico della cosa è che, al contrario del Celtic che ha sempre una prossima partita nella quale tentare di rifarsi, noi nella nostra vita non sempre abbiamo questa possibilità, questo rende le occasioni propizie ancora piu’ importanti da sfruttare.
Non scordiamolo!
Sabato 28 maggio 2548:
Un goal di Alan Thompson da’ la vittoria al Celtic nella Coppa di Scozia, e sono felice!
E’ stata anche l’ultima partita alla guida di Martin O’Neill, il tecnico adorato da tutti i tifosi che ha deciso di lasciare l’incarico per assistere la moglie gravemente malata, auguri!
Un’altra metafora della vita anche questa, il senso di abbandono che ha colpito la massa di tifosi, il rifiuto di alcuni per il nuovo manager che, incolpevole di quanto successo a Martin, ha assunto l’incarico.
Abbandono, non accettazione, riufiuto del cambiamento quante volte ci siamo trovati confrontati a questi sentimenti? Sport metafora della vita?
In ogni caso .. auguri Martin .. auguri di tutto cuore e grazie per tutti i trionfi che ci hai regalato!
E benvenuto Gordon, con l’augurio di portarci nuovi onori e titoli, buon lavoro!
BAN NAUDOM, Thailandia, 29 maggio 2548
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