... E IO MI DOMANDO

Percorrendo i miseri villaggi rurali di Laos, Thailandia, India e Cambogia ho avuto l'opportunità di vedere molti bambini, pelle e ossa, giocare in quei sentieri e in quelle strade polverose.
Li ho visti rincorrere un vecchio pneumatico di bicicletta, giocare a calcio con una palla di stracci, fare i primi passi nell’apprendimento della “Thai Boxing”, oppure correre a piedi nudi nei campi o nuotare in uno stagno.
Sempre gridando, ridendo e condividendo attimi di gioia e spensieratezza.
La comune e classica percezione occidentale ci farebbe pensare: "Poveri bambini non hanno nulla, eppure sono felici lo stesso! "
Mi trovo ora in un internet shop di Bangkok, affollato da molti bambini grassi, la stessa età di quelli descritti in precedenza, che stanno giocando a rumorosi video giochi. Sparano allo schermo e uccidono degli essere umani virtuali, molti di loro utilizzano una cuffia audio e tutti giocano da soli.
Mc Donald, Pizza Hut e KFC sono, ovviamente, a loro disposizione, perlomeno, a giudicare dalla loro obesità, non ci possono essere dubbi!
La Playstation e la tecnologia sono a loro disposizione vero?
Quindi questi ragazzi dovrebbero sentirsi più fortunati dei loro coetanei delle misere campagne?
E allora io mi chiedo ... chi ha di più e chi non ha?
Cosa definisce la felicità?
Il condividere una risata, un semplice gioco, un bicchiere di birra tra adulti, coi propri amici o avere l'ultimo apparecchio elettronico e con questo isolarsi dagli altri?
La risposta è ovvia; "Loro" vogliono farci credere che la nostra felicità dipenda da quello che abbiamo, da quello che ci illudiamo di possedere e quello che compriamo, ma tutto questo è falso.
La felicità è un attimo, un momento, ma è pure il semplice atto di dividere questo momento con altri essere umani.
Non permettiamo “Loro” di continuare a imbrogliarci, la felicità non dipende da quello che compriamo, dipende da chi noi siamo e più semplicemente viviamo, più abbiamo l'opportunità di raggiungerla, anche solo per un momento!
Non dobbiamo mai scordarci che la vita e il mondo sono intrisi di impermanenza!
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Leggere i giornali sta divenendo un compito sempre più arduo ogni giorno che passa, è molto difficile digerire le notizie che riportano.
Spesso non ne posso veramente più di leggere di politicanti marci, di corruzione, di guerre, di uccisioni, di torture e di tutte le cose ignobili che accadono su questa terra.
Poi leggo notizie come quella sottoriportata, notizie che uno spera siano nell’edizione del primo d’aprile (un grosso pesce d’aprile), ma che sfortunatamente non lo sono.
In un articolo apparso su "The Nation", edizione del 28 marzo 2006, ho avuto l'opportunità di leggere quello che segue:
"Ora il settore privato sta promuovendo il turismo spaziale, fatto su misura per i clienti “super ricchi”, durante il corso degli anni scorsi, tre turisti hanno pagato un importo di 20 milioni di dollari USA a testa per volare a bordo di un’astronave russa attorno all’orbita di una stazione spaziale”.
Sono basito, ho potuto solo pensare alla moltitudine di bambini che crepa di fame in Africa, ai poveri di tutto il mondo e mi è venuto da vomitare leggendo questa notizia.
Dove cazzo sta andando il mondo? Come è possibile non infuriarsi dopo aver letto questo tipo stronzate?
Fa tutto schifo vero? Ma questa gente cosa crede? Di vivere in un mondo proprio?
Vivono distaccati dalla realtà, cosa dobbiamo fare perché vedano il mondo reale?
Vorrei prendere tutti questi “super ricchi” e mostrare loro come vivono le masse su questo pianeta, senza cibo, senza acqua e senza medicine.
Mi viene da piangere, da urlare, ma mi sento così debole, stanco ed impotente.
Il mondo è diventato davvero un luogo così marcio e senza speranza?
Con la poca energia che mi rimane mi auguro che sia solo un incubo dal quale io possa risvegliarmi domani e possa trovare un mondo in pace e senza ingiustizie!
Pace, amore e libertà
Povero Pianeta Terra, 5 aprile 2549
© - copyright Claudio Romano
(questo testo è stato probabilmente corretto davanti a una bottiglia di Barbaresco e un pezzo di Parmigiano da Beppe Isacchi e certamente non all’interno di un Mc Donald’s)


